Dagli Usa guerra ai grassi trans negli alimenti: occhio alle etichette
Un piano per la messa al bando dei ‘grassi trans’ dal cibo che arriva sulle tavole degli americani. La Food and Drug Administration (Fda) ha illustrato un progetto per contrastare il consumo di oli parzialmente idrogenati, prima fonte di questi grassi, che finiscono per ostruire le arterie. Una mossa che, secondo le stime dell’agenzia, potrebbe ridurre la diffusione della malattia coronarica e prevenire migliaia di morti per infarto ogni anno nel Paese. Le aziende avranno tre anni per rimuovere i grassi parzialmente idrogenati dai loro prodotti.
“Un’iniziativa positiva: ormai sappiamo che questi grassi sono nocivi per la salute – spiega all’Adnkronos Salute Sara Farnetti, specialista in medicina interna ed esperta in nutrizione funzionale e metabolismo – Il progetto americano contrasta il consumo di oli parzialmente idrogenati, prima fonte di questi grassi, che finiscono per ostruire le arterie e possono causare insulino-resistenza. Per una volta gli Stati Uniti si sono mossi prima dell’Europa. Ma se è vero che nel vecchio continente l’uso degli oli idrogenati negli alimenti è piuttosto ridotto, è cruciale leggere bene le etichette”.
Secondo la Fda, ma anche “per l’Organizzazione mondiale della sanità, gli oli parzialmente idrogenati – ricorda l’esperta – non sono più generalmente riconosciuti come sicuri negli alimenti destinati all’uomo: la quantità ritenuta sicura è pari a zero. La buona notizia è che le etichette devono riportare la presenza di grassi idrogenati, grassi parzialmente idrogenati e monotrigliceridi acidi grassi, che sono fonte di grassi trans”.
Che tipo di alimenti possono contenerli? “Prodotti da forno dolci e non, come cracker, grissini, biscotti, merendine, croissant. I grassi idrogenati sono solidi, in panetti. Può contenerli la margarina, ma non il burro. E possono essere presenti nel gelato non artigianale e nelle salse. L’industria alimentare ha già ridotto l’impiego di questi grassi, ma la speranza è che la ricerca individui anche alternative salutari. Fra queste – conclude Farnetti – fin d’ora possiamo inserire l’olio extravergine d’oliva di ottima qualità”.