Il vino, vizio o virtù
Il vino da sempre ha esercitato un’influenza rilevante sulla cultura dell’uomo più che ogni altro prodotto agroalimentare, la fermentazione appariva un fenomeno misterioso, specie se collegato allo stato d’ebbrezza ed euforia che produceva.
Il colore del vino rosso, inoltre, ricordava quello del sangue, per questo gli furono attribuiti elevati valori simbolici.
Considerando la ricchezza e le proprietà nutrizionali, il vino, in Alimentazione Funzionale, non è considerato come una bevanda ma impiegato come un vero e proprio alimento e medicamento.
Per sfruttarne le molteplici azioni benefiche, se ne consiglia mezzo bicchiere a pasto nei soggetti sani, sempre d’ottima qualità e possibilmente di produzione artigianale, non pastorizzato e solo rosso.
Il vino rosso, inoltre, rappresenta un ingrediente fondamentale d’alcune preparazioni alimentari utilizzate come efficaci rimedi in determinati stati patologici. Il vino, infatti, esalta le proprietà terapeutiche degli altri componenti aumentandone la biodisponibilità grazie alla presenza di numerosi catalizzatori biologici, in esso contenuti, come il ferro, il rame, lo zinco. L’associazione dei diversi ingredienti e l’azione sinergica dei vari principi attivi conferiscono un preciso destino terapeutico a ciascuna preparazione.
Terapeuticamente è più utile il vino rosso, per il suo maggiore contenuto in antocianidine, resveratrolo, saponine, ferro, acido gallico, composti fenolici e altre sostanze con azione antiaggregante piastrinica.
La vinificazione in rosso, infatti, prevede la fermentazione con le vinacce che contengono queste sostanze terapeutiche.
Nelle bucce ritroviamo gli antociani, altri pigmenti, composti aromatici e fenolici, nei vinaccioli si concentrano i proantocianidoli, che sono le catechine e loro oligomeri (OPC) e numerosi flavonoidi. I polifenoli, tra cui i proantocianidoli ed il resveratrolo, sono biologicamente più attivi se il vino è invecchiato in botti di legno impregnate d’acido tartarico e pigmenti.
In aggiunta, i raspi presentano un’elevata concentrazione di tannini idrolizzabili. Dalla polpa dell’uva derivano le vitamine B1, B6, B2, A e C, i Sali minerali, rame, ferro, magnesio, zinco, potassio e sodio e gli acidi organici, malico, tartarico, citrico di cui si arricchisce anche il vino.
Le innumerevoli proprietà del vino ne fanno un alimento utile in diverse patologie come nel diabete, nelle ipercolesterolemie, nelle malattie cardiovascolari, nelle anemie microcitiche, nelle sindromi influenzali, nelle convalescenze, nel paziente oncologico, nelle sindromi ansioso-depressive, nei deficit di memoria, nel morbo d’Alzheimer.
I tannini contenuti nel vino rosso, infatti, fanno aumentare i livelli di serotonina nel cervello con effetto sedativo e antidepressivo.
Le uniche controindicazioni sono i disturbi gastrici nei quali va evitata soprattutto l’assunzione a digiuno, e quando esiste il rischio di dipendenza da alcool. L’abuso alcolico è dannoso per il pancreas, i neuroni, la mucosa gastrica, ma in primis per il fegato perché appena 150 ml di vino impegnano il metabolismo epatico per circa 2 ore.
L’Alimentazione Funzionale invita a bere con moderazione e ad intervalli ben precisi per permettere all’organismo di metabolizzare meglio l’etanolo.
Nonostante l’apporto calorico, l’Alimentazione Funzionale prevede l’impiego del vino rosso anche in dieta dimagrante perché i coenzimi in esso contenuti, ferro e rame, sono attivatori dei processi metabolici e possiede un’azione diuretica.
Il resveratrolo, inoltre, è in grado di rallentare i processi d’invecchiamento cutaneo, spesso accelerati durante una dieta dimagrante, che si manifestano con la comparsa di rughe o la perdita d’elasticità tessutale.
Per la sua attività estrogenica e anti – osteoporotica è utilissimo anche nella donna in menopausa.
La proantocianidine hanno la capacità di inibire direttamente le proteasi, responsabili della degradazione del collageno, dell’elastina e degli acidi ialuronici e di preservare un antiproteasi, l’alfa 1-antitripsina, dall’inattivazione da parte dei radicali liberi.