Alimenti utili e da evitare nell’ artrite remautoide

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L’alimentazione funzionale agisce in primis regolando l’equilibrio glicemico, utilizzando lo stimolo, il sostegno epatico e il drenaggio renale. Lo stimolo metabolico deve servire solo a sostenere gli emuntori attivandoli leggermente, senza eccitare un soggetto che tende a reagire troppo agli stimoli.

A questo si aggiunge un lavoro specifico sull’infiammazione attraverso l’uso appropriato degli alimenti dotati di specifiche proprietà.

 

Alimenti ad azione antinfiammatoria:

PESCE (soprattutto aringa fresca, salmone fresco, sgombro, alici, sarde):le patologie reumatiche si giovano spesso dell’uso del pesce in quanto accelerando i processi metabolici si migliora l’eliminazione delle sostanze tossiche e quindi si riducono i processi infiammatori per la presenza di grassi omega 3 EPA e DHA. Quindi la frequente sostituzione del pesce alla carne da dei risultati interessanti nell’andamento della patologia. Questi pesci andrebbero cotti a vapore o comunque evitando di superare i 100 gradi perché gli omega 3 sono molto delicati e la loro ossidazione (favorita dalle alte temperature) riduce la loro potenzialità terapeutica.

 

CIPOLLA: cruda nelle insalate, o da sola, è utilissima sia per l’azione antinfiammatoria che per il fatto che favorisce l’eliminazione dei depositi dalle articolazioni e migliora il drenaggio renale. Utile è la zuppa di cipolle come antiartritico, anche due volte a settimana, accompagnata da crostini di pane. Oltre alla zuppa di cipolle, anche la pasta condita col sugo di cipolla ha una azione analoga: 150 o 200 grammi di cipolle tagliate sottilissime si fanno stufare in padella con un po’ d’olio e di sale, a fuoco molto basso, col coperchio finché non sono completamente cotte. Si riducono allo stato cremoso passandole col passatutto e si condisce la pasta, preferibilmente di kamut o di mais per agevolare la funzione renale. Si può completare il pasto con il finocchio crudo per migliorare il drenaggio renale, oppure col carciofo crudo che aiuta il fegato ad eliminare le tossine. In caso di squilibrio glicemico va completata con alimenti ipoglicemizzanti, cioè insalata mista con cipolla cruda, un pane a bruschetta con aglio. Come frutta è bene associare due kiwi, ma può anche andar bene senza frutta, specialmente in caso di familiarità diabetica.

 

CETRIOLO: per il suo contenuto in azulene ha un’azione antinfiammatoria e decongestionante.

 

CAVOLO CAPPUCCIO: ricco di selenio, antiossidante che contribuisce ad alleviare i sintomi dell’artrite controllando i livelli di radicali liberi. I composti isotiocianati contenuti in questi vegetali sono, infatti, ormai ampiamente accreditati per le loro proprietà antitumorali: il meccanismo d’azione pare essere legato alla capacità di rimuovere scorie tossiche presenti all’interno dell’organismo e potenzialmente cancerogene. In pratica  questi alimenti svolgono una profonda azione detossificante, utilissima anche in questa patologia. Dimostrata è anche l’azione antinfiammatoria in molte patologie per la presenza di salicilati.

 

CAVOLFIORE: unisce molte proprietà analoghe a quelle del cavolo cappuccio, a cui si aggiunge il bromo ad azione sedativa del SNC e quindi del dolore.

 

ANANAS: nota è l’azione antinfiammatoria dell’ananas (Unica controindicazione gastriti e emorragie).

 

FRAGOLE: contengono, tra l’altro, acetil-salicilico che agisce sull’infiammazione e sul dolore.

 

LAMPONI: la presenza di acido salicilico, di polifenoli e di oli essenziali spiegano la loro azione, efficace negli stati infiammatori di diversa origine.

 

SEMI DI LINO: il capostipite dei grassi omega 3 è l’acido alfa-linolenico contenuto in ben pochi alimenti: i semi di lino, di canapa, le noci. I semi di canapa non si trovano in commercio e le noci contengono anche acido linoleico, quindi i semi di lino sono i più indicati. Ne bastano 20 g al giorno per avere 3,5 g di acido linolenico. È necessario masticarli con molta attenzione in modo che non passino interi nell’intestino, dove non verrebbero digeriti, ma eliminati tal quali, oppure vanno pestati in un mortaio. Possono essere aggiunti allo yogurt o a qualunque altro piatto, purché non siano cotti né riscaldati oltre i 60 gradi. Meglio evitare l’olio di semi di lino, che spesso viene estratto con metodi che non consentano di preservarne le caratteristiche.

 

Altri alimenti utili:

PREZZEMOLO: la sua ricchezza in vitamina C e di ferro molto disponibile lo rende utile per la sua azione antiossidante e per favorire l’assorbimento del ferro e d’altri Sali minerali, soprattutto il calcio. In Alimentazione Funzionale è aggiunto crudo a fine cottura a carni, pesci e verdure.

 

LIMONE: le numerose sostanze benefiche contenute nella polpa e nella buccia del limone lo rendono utile in Alimentazione Funzionale per moltissimo motivi. La tradizione popolare usa nell’artrite, nei reumatismi e nella gotta la cura dei 10 limoni.

 

UVA: la ricchezza in zuccheri e Sali minerali, la sua attività antibatterica e antitumorale, la ricchezza in vitamine e in tannini, rendono l’uva preziosissima in moltissime circostanze. In particolare la sua funzione diuretica e la capacità di favorire l’eliminazione degli acidi urici, della renella e di altri cataboliti urinari la rende utile in molte patologie incluse quelle degenerative osteo-articolari. Attenzione alla gastrite e all’equilibrio glicemico.

 

PORRI: la loro azione nelle patologie reumatiche, nell’artrite reumatoide e nelle artrosi è probabilmente legata alla facilitazione dell’eliminazione renale dei cataboliti. Il loro contenuto in sostanze solforate svolge un’azione positiva sulla riduzione dell’ infiammazione.

 

SCIROPPO DI ALOE VERA: i documentati effetti antitumorali e immunostimolanti di questa preparazione la rendono utile in tutti i casi in cui il paziente sia sottoposto a terapie immunosoppressive. La sua spiccata azione lassativa contribuisce all’eliminazione dei residui tossici dei farmaci assunti in notevole quantità in questo tipo di patologie.

 

Utile nella sintomatologia dolorosa locale:

IMPACCO DI FOGLIA DI CAVOLO CAPPUCCIO: si stira per qualche minuto una foglia di cavolo cappuccio, si mette attorno alle ginocchia con una ginocchiera e si va a dormire. I sali della foglia del cavolo hanno un effetto osmotico per cui sottraggono liquidi e tossine dal ginocchio dolorante.

E’ utilissima per i dolori articolari, anche al gomito, alla spalla.

 

Selenio e artrite reumatoide

Le ricerche indicano che i pazienti con artrite reumatoide presentano livelli ridotti di selenio nel sangue. E´ stato rilevato che alcuni individui con questa patologia consumano scarse quantità di selenio.

Il sistema immunitario produce naturalmente radicali liberi che aiutano a distruggere gli agenti esterni che danneggiano l’organismo e i tessuti colpiti, ma allo stesso tempo possono provocare danni ai tessuti sani. Il Selenio, come antiossidante, può contribuire ad alleviare i sintomi dell’artrite controllando i livelli di radicali liberi.

Il selenio è un oligoelemento che esplica nell’organismo umano una serie di importanti funzioni, fra le quali: ritarda l’invecchiamento, soprattutto se associato alle vitamine C ed E, in quanto agisce in sinergia con gli aminoacidi solforati (metionina e cisteina), con il magnesio e con lo zinco; come componente dell’enzima glutatione – perossidasi, rallenta l’ossidazione degli acidi grassi e preserva l’elasticità dei tessuti, contrastando la formazione dei radicali liberi; infine, contribuisce al buon funzionamento tiroideo, in quanto fa parte di un enzima che interviene nella sintesi della triiodotironina (D. Behne).

Oltre che nei funghi, il selenio è contenuto, in percentuali variabili, nei seguenti alimenti: cipolla, broccoli, cavolo, pomodori, tonno, aringhe, salmone, acciughe, sogliole, merluzzo e lievito di birra. In alcuni individui, la notevole quantità di selenio contenuta nei funghi può essere responsabile di fenomeni di accumulo e di intolleranze, nel qual caso, come nei veri e propri avvelenamenti, è sempre opportuna l’assunzione precoce di acqua e zucchero, da bere a sorsi distanziati ogni 15-20 minuti, per aiutare il lavoro detossicante del fegato.

 

Sara Farnetti

 

Alimenti da evitare:

In ragione di meccanismi differenti, possono aggravare la sintomatologia dolorosa.

POMODORO: nell’artrite reumatoide bisogna limitare l’impiego del pomodoro. Soprattutto quello crudo va completamente eliminato, in particolar modo quando è verde. Eventualmente può essere mangiato solo se accompagnato da cipolla cruda per facilitare l’eliminazione dell’eccesso di ossalati e Sali e che altrimenti vanno a depositarsi nelle articolazioni.

 

CAFFÈ: il paziente con questa malattia non si gioverà dello stimolo adrenergico dato dal caffè, ma piuttosto di tutto quello che può sedare il SNC e miorilassare tutto l’organismo. Inoltre, il caffè, come il pomodoro e il vino, contiene sostanze chimiche che facilitano la precipitazione di aggregati cristallini all’interno delle articolazioni.

 

BIRRA: la presenza del glutine, irritante per il SNC, e dei lieviti che rallentano la funzione epatica rende la birra controindicata in questa patologia.

 

CARNI ROSSE: per il sovraccarico della funzione renale dato dalle scorie azotate delle carni rosse.

 

SPINACI: il contenuto in ossalati ostacola la funzione renale.

 

ASPARAGI: nonostante loro spiccata azione diuretica, la presenza di ossalati e Sali minerali rendono gli asparagi controindicati nelle cistiti, litiasi urinarie, artrite e reumatismo articolare, oltre che nelle nefriti e nelle infiammazioni delle vie biliari. Poiché inducono aumento di tono e dell’eccitabilità muscolare, sono controindicati anche nelle patologie neurologiche e nelle epilessie.

 

VINO BIANCO: contiene sostanze chimiche aggiunte, essendo un vino di bassa struttura rispetto a quello rosso, che facilitano la precipitazione di aggregati cristallini all’interno delle articolazioni.

 

LATTE: il latte attualmente in commercio proviene da tanti diversi allevamenti e razze diverse, ciascuna con il proprio patrimonio di geni e di antigeni. La presenza di componenti proteiche diverse può stimolare in modo improprio il sistema immunitario e non favorire, invece, un suo riequilibrio, fondamentale in una patologia autoimmune come l’artrite reumatoide.

CARNE DI MAIALE: è un tipo di carne che può scatenare reazioni allergiche, controindicata in tutte le patologie del sistema immunitario avendo un patrimonio genico molto vicino a quello umano, cosa che può favorire reazioni antigeniche in soggetti predisposti.

 

 
 

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