Sindrome metabolica. 3 big killers in 1: infarto, diabete e cancro

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La sindrome metabolica individua un insieme di fattori di rischio che predispongono a molte malattie, tra cui cancro e diabete, e rappresenta quello più importante per le malattie cardiovascolari. Con la Sindrome Metabolica si rischia grosso !

Il 25% di tutte le persone in sovrappeso soffre di sindrome metabolica, un trend in crescita che coinvolge sempre più giovani. Di fatto stiamo parlando di una condizione pre-patologica in cui, alla massa grassa concentrata nell’area addominale, si associano altri disturbi. Le persone con sindrome metabolica hanno un rischio elevato di sviluppare malattie del metabolismo, come il diabete, di ammalarsi di tumore e di incorrere in eventi cardiaci potenzialmente letali come ictus e infarti. In una recente metanalisi (J Cardiovasc Med 2014) la sindrome Metabolica è stata associata ad un aumento del doppio del rischio di malattie coronarica, cerebrovascolare, cardiovascolare letale e non letale. Inoltre, il rischio di mortalità per tutte le cause aumentava di 1,5 volte in presenza di Sindrome Metabolica.

Guarda il video di TG2 Medicina  33 : La Sindrome Metabolica 

È una condizione clinica nella quale interventi diagnostici e terapeutici nutrizionali tempestivi influenzano positivamente l’aspettativa di vita e riducono notevolmente la spesa sanitaria. Questa sindrome è “silenziosa“, il paziente spesso non avverte disturbi particolari, e spesso lo scopre per puro caso effettuando alcuni esami del sangue. In realtà, la sindrome metabolica è ben evidente perché è sempre presente:

  • Aumento della circonferenza della vita che documenta un’obesità localizzata nella zona addominale. Nello specifico, le misure considerate a rischio sono superiori ai 94 cm per gli uomini e 80 cm per le donne. 

Ecco come si misura la circonferenza vita.

La misurazione del girovita è un metodo semplice, pratico ma con una buona attendibilità.

    • Prendi un comune metro a nastro, non elastico.
    • Posizionati davanti ad uno specchio (sarà più semplice controllare di eseguire correttamente la misurazione). L’addome deve essere nudo.
    • Posiziona il metro a livello della vita, in linea orizzontale, parallela al pavimento.
    • Ricorda che il punto vita è la parte più stretta dell’addome (quella che normalmente si trova subito sopra il bordo superiore delle creste iliache)
  • Se la vita non è ben evidente tieni come punto di riferimento l’ombelico. Il nastro dovrà essere sempre in linea parallela al pavimento.

Per la diagnosi di SM devono anche essere presenti due dei seguenti criteri:

  • Aumento dei trigliceridi nel sangue (oltre 150 mg/dl di sangue)
  • Riduzione del colesterolo HDL “buono” al di sotto dei 40 mg/dl nelle donne e dei 50 mg/dl negli uomini
  • Pressione alta (valori superiori ai 85 di minima e ai 130 di massima)
  • Glicemia elevata a digiuno (valori superiori ai 100 mg/dl) o diagnosi di diabete

A conferma della continua evolutività della sindrome, a questi parametri se ne sta aggiungendo un sesto, l’ipogonadismo a insorgenza tardiva, cioè la produzione insufficiente di testosterone da parte dei testicoli dopo i 50 anni. La SM si manifesta nei soggetti predisposti, sedentari, che si alimentano in maniera eccessiva e squilibrata con conseguente aumento del peso corporeo e, in particolare, distribuzione del grasso a livello addominale. Il grasso addominale è detto viscerale perchè si localizza attorno agli organi addominali e nelle cellule di fegato, muscolo e cuore ( grasso pericardico) ed è concausa di tutte le alterazioni metaboliche e vascolari presenti nella SM.

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