Cosa vogliono che mangiamo i nostri geni?
Le linee guida per una sana alimentazione, i consigli dietetici e le dosi giornaliere raccomandate di nutrienti sono standard, uguali per tutti, e non prendono in considerazione ciò che costituisce la variabilità genetica inter-individuale e la risposta di ogni persona ad un particolare alimento o associazione. Stesse combinazioni alimentari producono effetti diversi su pazienti differenti. È imprescindibile e necessario utilizzare ognuno la sua dieta, personalizzata, “cucita su misura” all’assetto genetico di cui siamo portatori, come pure per i farmaci.
Come nella Farmacologia clinica si fa strada la farmacogenomica anche nel campo della Medicina preventiva e della Nutrizione si affermando i concetti di nutrigenomica e nutrigenetica.
La NUTRIGENOMICA è lo studio di come l’assunzioni dei diversi nutrienti possa alterare l’ espressione o la struttura genetica influenzando, in modo diretto o indiretto, l’equilibrio tra salute e malattia. Alcune sostanze, infatti, svolgono, in senso positivo o negativo, un ruolo nell’inizio e nella progressione di patologie croniche.
Ad esempio il resveratrolo, un polifenolo presente nel vino rosso, oltre ad essere antiossidante stimola la produzione dell’ossido nitrico attraverso un gene specifico e questo contribuisce alla protezione dell’ endotelio vascolare dalle malattie cardiache.
La NUTRIGENETICA, invece, è lo studio di come le varianti di un gene, chiamate polimorfismi, possano influenzare la risposta dell’organismo dopo l’ingestione di alcuni alimenti, generando comportamenti patologici; in alcuni pazienti, la dieta può rappresentare un serio fattore di rischio per lo sviluppo di alcune malattie.
Ad esempio, la presenza del HLA DQ2- DQ8- DR4 dimostra una reazione avversa al glutine che può essere la causa di distrubi intestinali o generali aspaecifici, fino allo sviluppo della celiachia. Il metabolismo dell’omocisteina è determinato da un enzima codificato dal gene MTHFR, che partecipa alla conversione dell’ omocisteina in una molecola innocua; alcuni polimorfismi genetici portano ad un accumulo di metaboliti tossici con aumentato rischio disviluppo di patologie.
Ne consegue come la varietà individuale si traduca in un procedimento specifico di assimilazione, metabolizzazione ed elimininazione dei nutrienti.
Esempi di varianti genetiche che influenzano l’assunzione di nutrienti da parte dell’organismo.
Sono stati introdotti numerosi tests genetici che analizzano i patterns genetici, individuando l’eventuale presenza di variazioni genetiche con l’obiettivo di formulare degli schemi nutrizionali mirati ad esercitare degli effetti positivi in termini di prevenzione e cura di patologie croniche.
Il test si basa sull’analisi di 50 polimorfismi genetici, localizzati su 36 geni, implicati nei processi di detossificazione, nel processo infiammatorio, nell’attività antiossidante, nella sensibilità all’insulina, nello stato di salute del cuore e delle ossa. In base alla necessità e alle problematiche del paziente, verrà prescritto in particolare l’ esecuzione di uno di questi.
Come si esegue?
Il test, indolore e non invasivo, si effettuanel nostro studio in pochi secondi e prevede il prelievo di un campione di saliva tramite un tampone buccale. Quindi il tampone viene inviato ad un laboratorio per l’analisi del profilo genetico con strumenti diagnostici e tecnologie d’avanguardia al fine di garantire la massima affidabilità.
A chi è rivolto il test?
Questo sistema offre un ausilio importante al Paziente ed al Medico per attuare un profilo dietetico su misura, in quanto ad ogni singola variabile genetica corrisponde una precisa variazione nell’assetto metabolico dei nutrienti. Lo studio del metabolismo del singolo paziente comporta la possibilità di poter scegliere e combinare accuratamente gli alimenti per assicurare la massima garanzia in termini di risultati e per il raggiungimento di uno stile di vita ottimale.
Scarica l’elenco dei test genetici disponibili.